5 falsi miti sulla moda sostenibile

5 Falsi miti sulla sostenibilità

L’evoluzione della sostenibilità ambientale dipende anche dall’incisiva impronta tracciata dall’informazione che, in questo ambito gioca un ruolo importante. Tuttavia, è facile lasciarsi ingannare da miti che offuscano la nostra comprensione della vera natura della sostenibilità. In questo articolo cerchiamo di sfatare i 5 miti più diffusi.

Comprare usato è sostenibile

Purtroppo non è proprio così, comprare usato è un ottima scelta per la salvaguardia del pianeta e ma non è comunque del tutto sostenibile. Quello che stiamo acquistando ci serve davvero? È questa la domanda che dobbiamo porci prima di un qualsiasi acquisto., facile farsi tentare quando un capo o un oggetto ha un prezzo basso ma chiediamoci sempre se è davvero utile quella spesa. Bisogna prestare molta attenzione anche alle app di acquisti second hand, come Vinted o Vestiere Collective, che il più delle volte ci fanno fare shopping distratto; vale anche qui la regola: “Ma ci serve davvero?” “Indosserò mai quel capo?”

La moda sostenibile è costosa

È vero alcuni capi di moda sostenibile possono avere un prezzo più elevato a causa dei materiali di alta qualità o delle produzione etiche, ma investire in capi di qualità che durano nel tempo può essere più conveniente a lungo termine rispetto all’acquisto di capi economici e di bassa qualità che si deteriorano in fretta. Qui che entra in gioco il cost per wear  (CPW) ovvero il risultato che si ottiene dividendo il costo di un indumento per il numero di volte che lo si è indossato. Esempio: se si acquista una camicia a 25 euro e la si indossa due sole volte, il cost per wear è di 12,50 euro. Se invece per una camicia si spendono 150 euro, ma questa viene usata per 15 volte, il cost per wear è di 10 euro: più basso di quello della camicia pagata meno.

Le fibre biologiche sono sempre prive di sostanze chimiche.

Le fibre biologiche sono spesso considerate più sostenibili rispetto alle fibre convenzionali, questo però non è una regola. Alcune coltivazioni biologiche possono richiedere quantità significative di acqua e terreno rispetto alle pratiche agricole convenzionali e il trasporto di queste fibre biologiche può contribuire alle emissioni di carbonio. Inoltre, altri fattori come il processo di produzione e la gestione dei rifiuti devono essere considerati per valutare l’impatto ambientale delle fibre biologiche. Ad esempio per la coltivazione del cotone richiede enormi quantità d’acqua. Pensa che per produrre un chilo di cotone sono necessari 11.000 litri di acqua e per una sola maglietta sono necessari 2.700 litri d’acqua, quasi come 14 vasche da bagno. 

Donare i vecchi vestiti è la cosa più etica

Purtroppo donare i proprio vestiti non è sempre la scelta più giusta. Per la legge italiana i vestiti depositati nei cassonetti gialli sono rifiuti che possono essere gestiti da diverse associazioni, come la Caritas o Humana. È importante però distinguere i cassonetti delle associazioni (deve essere presente il nome,  il logo, il sito) rispetto a tutti gli altri che possono risultarci di dubbia provenienza. È possibile contattare il comune per assicurarsi della legalità di un determinato cassonetto. Essere sicuri della provenienza di un cassonetto è  importante, poiché dietro il mercato dei vestiti usati c’è un grande giro d’affari; i cassonetti gialli spesso sono in mano a associazioni che si impossessano dei vestiti donati a scopo di lucro. I vestiti usati sono troppi per restare in Europa; le associazioni benefiche non riescono a gestirli,  quindi vengono spediti in grosse balle chiuse e rivenduti nel sud del mondo, qui i vestiti vengono selezionati e venduti nei mercati Mitumba, distruggendo così l’economia tessile locale, che non ha più mercato per crescere, mentre tutti i vestiti usati invenduti vengono gettati nei fiumi e nelle discariche locali, che non dispongono di sezioni apposite per lo smaltimento dei rifiuti tessili. Ecco alcune alternative da prendere in considerazione prima di scegliere i cassonetti gialli:

  • vendere nei mercatini o online
  • regalare ad amici e conoscenti che ne faranno un buon utilizzo
  • fare upcycling

La moda sostenibile è solo una questione di materiali

La sostenibilità nella moda va ben oltre la scelta dei materiali, il concetto di sostenibilità include anche pratiche di produzione etiche, condizioni di lavoro sicure e dignitose, riduzione degli sprechi, consumo responsabile e riciclo dei prodotti. È un approccio olistico che coinvolge diversi aspetti del ciclo di vita del prodotto.

Quindi è fondamentale informarsi sempre per adottare un approccio sempre più consapevole e responsabile nei confronti dell’ambiente e della società. Il perseguimento della sostenibilità richiede un impegno sincero verso pratiche e decisioni informate, basate su dati e evidenze scientifiche. 

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